Sempre più spesso, sia in Italia che all’estero, si sente parlare di “commercio equo solidale” o di “acquisti etici”. Si tratta, sostanzialmente, di una modalità di acquisto più sostenibile e più “giusta” che tende a privilegiare una filiera più equa.

L’origine del commercio equo solidale risale al “commercio justo” sviluppatosi nei Paesi dell’America latina. L’obiettivo era quello di tutelare i produttori locali e i lavoratori delle piantagioni di caffè, costretti a vendere i loro prodotti a prezzi bassissimi alle diverse multinazionali che poi lucravano notevolmente sul prezzo finale.

Dall’industria del caffè il “commercio giusto” si è esteso ad altri settori, come quello dello zucchero, del cacao, del cotone, del , del riso, della cioccolata, delle banane e dell’artigianato locale.

Da fenomeno di nicchia, il commercio equo solidale si è trasformato, negli ultimi anni, in una realtà molto fiorente, merito anche delle numerose campagne istituzionali di comunicazione e di sensibilizzazione verso queste tematiche.

L’obiettivo del commercio equosolidale

Il fine degli acquisti equo solidali è quello di tutelare i piccoli produttori e la manodopera locale, favorendo una filiera etica, senza sfruttamenti e con un trattamento giusto ed etico dei lavoratori. I prodotti equosolidali presentano, generalmente, prezzi leggermente più alti rispetto a quelli realizzati in maniera tradizionale ma questa differenza economica garantisce condizioni di lavoro più giuste e corrette per i lavoratori, oltre che un maggiore controllo sulla qualità di tutta la catena produttiva.

Un prodotto per essere definito “equo e solidale” deve rispettare precise caratteristiche. Prima di tutto il produttore deve essere iscritto nei registri del FLO (Fairtrade Labelling Organizations International). Il FLO è l’Organizzazione Internazionale che raggruppa tutti i produttori equo solidali.

I prezzi di vendita dei prodotti equosolidali sono decisi con i produttori e sono tali da garantire condizioni lavorative e di vita più dignitose ai lavoratori.

Tutti i prodotti realizzati in modo equo solidale riportano sulle loro etichette il marchio identificativo, in modo da facilitare l’acquisto da parte dei consumatori.

 

Lo sviluppo del commercio equosolidale in Italia

In Italia il commercio dei prodotti equi e solidali si è sviluppato a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta anche se è stato sul finire degli anni Novanta che questo tipo di acquisti ha registrato un forte impulso, merito anche della nascita dei movimenti a carattere ecologista e ambientalista.

Negli ultimi anni il trend è in forte crescita tanto che il commercio equo solidale sta diventando sempre più popolare. Molto si deve anche alla qualità di questi prodotti, spesso ritenuti migliori rispetto a quelli tradizionali.  Da un punto di vista operativo, i prodotti equosolidali commercializzati nel nostro paese sono certificati dalla Fairtrade TransFair Italia un’associazione senza scopo di lucro nata dall’impegno di numerose organizzazioni non governative e con l’apporto dell’Associazione Botteghe del Mondo.

Oltre che online, i prodotti equosolidali possono essere acquistati presso numerosi esercizi commerciali o catene specializzate, come, ad esempio, “Natura Si”.

L’aumento degli acquisti etici si deve anche ad una maggiore sensibilità verso le tematiche ecologiche e sociali che abbraccia target sempre più ampi di popolazione.